Alcuni parlano dei vampiri come dei parassiti e per molti di essi potrebbe essere anche vero, ma tra questi esseri, questi non-morti ce ne sono alcuni che sono speciali. Li chiamano arcivampiri hanno un loro territorio di caccia ed un loro branco composto da vampiri che devono loro cieca e devota obbedienza. Loro, d’altro canto, non devono obbedienza a nessuno se non a quello tra loro che è il riconosciuto signore di tutti i vampiri.

Sono dei predatori e gli esseri umani sono la loro preda.

 

 

 

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#38

 

IL CUORE DEL MALE

 

1.

 

 

            Sembra una donna normale, non particolarmente appariscente per i criteri del luogo in cui si trova: è alta e slanciata, lunghi capelli neri con strani riflessi dorati che le ricadono sulle spalle, una bianca camicetta di pizzo coi bottoni slacciati a mostrare l’incavo dei seni, attillati pantaloni da cavallerizza, stivali con tacchi alti, carnagione pallida, quasi bianca. Gli occhi hanno strani riflessi e soffermandosi a guardarli colpirebbero sia l’insolito colore rosso, che potrebbe essere attribuito alle particolari luci del locale dove si trova, che la bruciante intensità dello sguardo. In quegli occhi magnetici brilla la stessa scintilla che c’è in quelli della leonessa che sta selezionando quale degli animali davanti a lei sarà la sua prossima preda.

            Al tempo della sua nascita nella nativa Austria la donna chiamata Carmilla era una nobildonna, parte della famiglia dei Conti Von Karnstein, ma sono passati più di trecento anni da allora e dalla sua prima morte e rinascita come vampira e circa 150 da quando un gruppo di cacciatori di vampiri la uccise di nuovo. Se ci pensa, sente ancora il dolore del paletto di frassino che le si conficcava nel cuore ed il nulla che ne seguì.

            Un antica magia ha fatto sì che rivivesse di nuovo. Per una come lei non è stato molto complicato adattarsi al mondo moderno, si è solo dispiaciuta che la sua amata Laura, che avrebbe voluto rendere sua compagna immortale prima che la fermassero, fosse ormai morta da oltre un secolo come i suoi nemici. Per un po’ si è titillata con l’idea di ucciderne i discendenti eliminando definitivamente i maschi e facendo delle femmine il suo nuovo branco e forse porterà a termine quest’impresa quando sarà tornata in Stiria, ma per ora deve tener fede al suo debito d’onore con la Signora dei Vampiri, Lilith Dracula, ed aiutarla ad eliminare il vampiro Deacon Frost. Il che non vuol dire che non possa rilassarsi un po’ e cacciare qualche preda di cui nutrirsi.

            Il luogo in cui si trova è quello che chiamano un Club Lesbo. Ai suoi tempi le donne che amavano le donne dovevano tenere nascoste le loro inclinazioni, considerate come delle perversioni, e la stessa idea di un luogo di ritrovo e di incontri che non fosse clandestino sarebbe stata impensabile. Per Carmilla è il luogo ideale dove selezionare tra tante giovani ed attraenti donne quella che per quella notte soddisferà le sue esigenze vitali per poi magari essere arruolata nel suo branco e forse l’ha appena trovata.

Sorride scoprendo denti candidi e perfetti in cui i canini sono insolitamente lunghi. Si passa la lingua tra i denti proprio come un animale da preda mentre la ragazza che ha puntato si dirige verso di lei come se obbedisse ad un silenzioso richiamo, un richiamo di morte.

 

            Mi chiamo Hannibal King e potreste definirmi un detective dell’occulto molto particolare. Che cos’ho che sia ancora più particolare dell’essere un detective dell’occulto, mestiere non proprio ortodosso? Molto semplice: sono un vampiro. Sì, proprio una di quelle creature leggendarie, morti viventi dai lunghi canini che bramano il sangue dei vivi. Il sottoscritto, però, è diverso perché non io caccio esseri umani, ma mi sostento con piccole quantità di plasma o con sangue di animali e mi sono liberato dal controllo del vampiro che mi ha ucciso. Se lo rivedrò, lo ucciderò a mia volta ed è un’occasione che aspetto da tempo.

            Un misterioso assassino soprannaturale mi ha fatto fare il giro dell’oca da Londra a Boston ed alla fine ho scoperto che c’era di mezzo la statua di un antico demone mesopotamico che prende vita di notte e si nutre delle energie vitali di uomini e donne con la complicità di una donna a cui ha rubato l’ombra come pegno di fedeltà. Se vi sembra un riassunto un po’ troppo sintetico, scusatemi: ora sono troppo impegnato a restare vivo, non-morto o quello che è.

            La statua di Ningal è scesa dal suo piedistallo per venire verso me ed il mio compagno di sventura Murdoch Adams, che è sbiancato nel veder entrare nel museo dove ci troviamo una donna che conosce bene e che credeva morta. Magari aveva ragione e non è la cosa più inquietante della nostra situazione.

-Lenore?- esclama Adams con evidente sorpresa.

-Perché sei così sorpreso Murdoch?- risponde lei -Non sei forse stato tu ad abbandonarmi nelle mani di Ningal in quella caverna in Francia?-[1]

-Tu eri morta!- Murdoch Adams quasi urla quelle parole.

-La morte è solo un ostacolo trascurabile per Ningal.- dice la statua -Avevo bisogno di una serva fedele dopo che tu mi avevi sottratto Marcia Trent[2] ed ho recuperato Lenore Wilkins. Sapevo che ti avrebbe fatto male.-

-Molto carina come storia.- intervengo –Ma non ci credo. Non hai il potere di resuscitare nessuno: sei solo un demone minore che si dà un sacco di arie. Secondo me hai fatto solo credere al povero Murdoch che la sua ragazza fosse morta. In realtà l’hai solo tenuta da parte per quando ti fosse servita.-

-Tu mi dai del bugiardo? Soffrirai le pene di mille inferni per questo.-

            Non c’è che dire: quando voglio provocare qualcuno, ci riesco sempre benissimo.

 

            Frank Drake apre la bocca, ma non esce alcun suono. Quello che ha di fronte è il suo antenato, ma non è vestito come il Dracula che ha conosciuto, piuttosto somiglia agli antichi ritratti che ha visto di lui: capelli lunghi, baffi alla mongola, pizzetto più accentuato ed abito di foggia rinascimentale. Quello che non è cambiato è lo sguardo di fuoco di un volto distorto dal furore.

-Hai osato venire qui, mio imbelle discendente? Non so come hai fatto, ma so che non te ne andrai di qui… vivo.-

            È una follia, pensa Frank, si trova in un mondo onirico che esiste solo nella mente di Katherine Fraser, il cui corpo fisico giace in coma in un ospedale di Londra, e di tutti coloro che poteva incontrare doveva capitargli proprio Dracula? Non è un caso, ovviamente, il destino ha già intrecciato inestricabilmente le loro vite in passato. Onirico o meno, però, questo Dracula può ucciderlo? Meglio non rischiare di scoprirlo.

            Frank estrae dalla tasca destra della giacca una croce e la agita davanti a Dracula.

-Non sono ancora pronto a morire, “nonno”. Tu, al contrario, dovresti avere il buon gusto di rimanere morto.-

            Dracula si ritrae coprendosi il volto con l’ampio mantello che indossa e punta gli occhi su Frank:

-Lascia quella croce, lasciala.-

            Frank distoglie lo sguardo e contemporaneamente avanza. Usando la croce come un’arma, sferra un colpo contro il suo avversario.

            La croce colpisce la fronte del vampiro e Dracula urla.

 

 

2.

 

 

            Mi chiamo Murdoch Adams e c’era un tempo in cui mi definivo un avventuriero ma credo di aver illuso solo me stesso. La verità e che sono solo un uomo in balia di eventi più grandi di lui e che in questo momento sono molto spaventato. Ma questo sarebbe niente davanti all’orrore di trovare la donna che amavo e credevo morta al servizio di Ningal, con in mano il cuore ancora pulsante della vittima del demone, vittima che aveva il compito di adescare.

         Non mi fermo a pensare a come faccia un cuore strappato dal suo petto a battere ancora, so molto bene che con la magia le normali leggi fisiche non contano, ma cerco di concentrarmi su Lenore: il suo viso è stravolto dalla malvagità, i suoi occhi emanano riflessi di fiamma ed il suo corpo non getta ombra alla luce della luna.

-Lenore, che ti è accaduto?- grido.

-Ningal mi ha liberata.- replica –Liberata dai vincoli della morale e delle inibizioni. Mi ha dato una nuova vita in cambio della mia anima. Ora sono la sua serva fedele, vivo per compiacerlo e procurargli vittime di cui nutrirsi.-

-Tu… devi resistergli… puoi liberarti di lui.-

-Ma io non voglio. Perché dovrei? Mi piace quello che faccio, il potere che ho adesso e tu vorresti che tornassi la semplice Lenore Wilkins? No, mio caro Murdoch, se tu ti opponi al mio signore, gli offrirò anche il tuo cuore.-

         Improvvisamente sento i battiti del mio cuore accelerare ed un senso di oppressione contro la cassa toracica, come se il cuore premesse per uscirne. Ancora pochi secondi e sarò spacciato.

 

         Simon Stroud, detective americano che i casi del destino hanno fatto diventare esperto in mostri scuote la testa e si rivolge con scetticismo al suo interlocutore.

-Mi faccia capire Ispettore Chelm… voi di Scotland Yard sapete chi è la vampira che sto cercando, sapete dove trovarla e non fate niente per fermarla?-

-Non è esatto.- ribatte calmo l’Ispettore Chelm -Noi sospettiamo di sapere chi sia questa vampira, sappiamo dove trovare la donna con cui un tempo aveva un legame e che lei ha seguito sin qui e vorremmo tanto poter fermare quella vampira se ne fossimo in grado.-

-Ok, forse sono stato un po’ precipitoso. Ora mi parli di questa “figlia di Dracula”. Ma non c’era un vecchio film con quel titolo?-

-Un classico della Universal del 1936, ma non divaghiamo. Vuol sapere di Lilith? Io non sapevo nemmeno che Dracula avesse una figlia vampira finché non attaccò il mio vecchio amico Quincy Harker per vendicarsi del fatto che lui l’aveva uccisa parecchi decenni prima. Per fortuna Harker sopravvisse.-[3]

-Aspetti un momento… ha detto Harker… come Jonathan Harker?-

-Esatto. Che c’è? Le riesce difficile credere che ci sia stato un Jonathan Harker ma non ha difficoltà a credere che ci sia stato un Dracula? Voi americani siete ben strani. Ora mi lasci continuare: Lilith non era una vampira comune: fu resa tale da una vecchia zingara che voleva vendicarsi di Dracula e che, grazie alla sua magia, fece in modo di scatenargli contro la figlia e che lei non avesse le tradizionali debolezze dei vampiri: può camminare di giorno, anche se è più debole, non teme croci o altri simboli religiosi e non è respinta dall’aglio. In più, se viene uccisa, può reincarnarsi nel corpo di una giovane che odia suo padre al punto di volerlo morto, come lei voleva morto il suo.-

-Il che ci porta ad Angel O’Hara, suppongo.-

-Suppone giusto, Mr. Stroud, Angel era l’unica figlia di Martin O’Hara un immigrato irlandese a Londra che ebbe la sfortuna di trovare casa non lontano dal cimitero dove Harker aveva sepolto Lilith dopo averla uccisa. Angel era rimasta incinta di un ragazzo londinese, Ted Hannigan, e suo padre non la prese bene. Durante un alterco uccise accidentalmente il ragazzo e ciò provocò un’esplosione d’odio in Angel che gridò al padre che lo voleva morto.-.

-E se ho capito bene, questo provocò la reincarnazione dello spirito di Lilith nel corpo di Angel.-

-Esatto. Come primo atto dopo il suo risveglio, Lilith uccise il padre di Angel poi indusse l’inconsapevole ragazza ad allontanarsi. Si recò a New York, dove visse per un po’ con uno scrittore spiantato di nome Martin Gold.-

-Uno dei morti di New York. Sapevo che erano stati amanti. Lui sapeva…-

-Di Lilith? Non all’inizio. Vede, Stroud: Angel era del tutto inconsapevole di essere l’ospite umana della vampira né sapeva che ad intervalli Lilith prendeva il controllo,-

-Quindi trovata Angel O’Hara avremo trovato anche la figlia di Dracula, magnifico.-

-Non è così semplice: qualche tempo dopo uno zingaro compi su di loro un rituale che le separò definitivamente e dopo un po’ Angel lasciò gli Stati Uniti per la nativa Irlanda con suo figlio.[4] Solo in tempi recenti è tornata a Londra.-

-E non è certo un caso se anche Lilith è di nuovo qui o se lei era in America quando sono avvenuti gli omicidi. Devo parlarle.-

-Ed io verrò con lei.-

            Quella di Chelm non era una richiesta che Stroud poteva rifiutare.

 

            Il nome sembra aleggiare ancora nell’aria anche dopo che Blade ha finito di pronunciarlo mentre la donna dalla pelle color ambra e vestita con un costume di pelle di leone che copre ben poco avanza verso lui e Donna Garth.

-Calypso.-

-Sì, Blade, sono proprio io e sono tornata per vendicarmi di te e dei tuoi amici.-

-Ma non hai la decenza di rimanere morta, maledetta strega?-

            Calypso ride divertita.

-Io sono la Signora della Morte, Blade.- proclama –La dispenso agli altri e posso richiamare dal suo abbraccio i miei servi più fedeli. Essa non può avermi se non lo decido io e credimi: non sono ancora pronta a morire.-

            È solo una vanteria o dice la verità? Davvero tra i poteri di Calypso c’è quello di ritornare ogni volta che viene uccisa? Se è così, come faranno a cavarsela contro le sue orde di zombie che premono contro il portone della casa?

            Il mugolio alle sue spalle ricorda a Blade della patetica creatura che giace sul pavimento alle sue spalle. Bruce Mason era uno stimato regista un tempo, ma l’aver sposato Donna Garth è stata agli occhi di Calypso una colpa sufficiente a punirlo atrocemente. Lo hanno scuoiato vivo. Blade non sa dire se è ancora vivo a causa della magia di Calypso o per qualche altro motivo ma sa che deve stare soffrendo atrocemente e che deve bramare la morte come un sollievo.

-Perché?- chiede Donna Garth con voce strozzata –Come hai potuto essere così crudele?-

-Perché?- la voce di Calypso ha un tono chiaramente divertito –Ma per tormentarti meglio mia cara, per darti un assaggio del destino che ti aspetta. Sì, forse io sono stata crudele col corpo di tuo marito, ma tu… tu sei stata crudele col suo spirito, lo hai spezzato e dileggiato, disprezzato perché era debole, l’hai tradito più volte senza ritegno anche se avevi giurato di amarlo e rispettarlo finché la morte non vi avesse separato. E questo che valgono i tuoi giuramenti? Risparmiami le tue lacrime ipocrite padrona bianca perché non valgono niente.-

            Blade la afferra per i polsi

-Non osare parlare di colore della pelle.- ribatte –Qui il razzismo non c’entra niente: questa è solo una banale questione di odio personale e di vendetta e del fatto che sei pazza.-

            Calypso ride e la sua risata si confonde col rumore sempre più assordante dei tamburi voodoo che sovrastano perfino il rumore del tuono, segno del temporale incombente.

            Blade lascia di colpo i polsi della mambo[5] e si porta le mani alle orecchie crollando in ginocchio.

-Non puoi farmi nulla Blade.- proclama la strega –Tu e la tua donna siete spacciati. Vivrete finché lo vorrò e poi tornerete come zombie al mio servizio… o forse vi farò fare a pezzi dai miei figli. Li senti Blade? Stanno arrivando… stanno arrivando per voi.-

 

 

3.

 

 

            In altri tempi lo avrebbero chiamato dandy, in tempi più recenti gli avrebbero affibbiato l’etichetta di playboy, oggi una sola cosa è certa: quest’uomo si muove tra le pieghe della cosiddetta alta società londinese come se fosse il suo ambiente naturale e forse è così. Il nome con cui spesso si presenta è semplicemente Lord Ruthven. Quale che sia, sempre che ci sia, la connessione con l’antica casata scozzese non è dato sapere. È un uomo attraente e le donne si voltano a guardarlo quando passa, anche se spesso voltano la testa quando lui si gira a guardarle. Quanto agli uomini quasi tutti sembrano provare un’istintiva repulsione per lui nonostante le su ostentate buone maniere.

            Se vogliamo trovare un motivo per queste reazioni, potremmo forse trovarlo nel fatto che Ruthven non è un uomo, non nel senso che daremmo normalmente a questa parola: è un non-morto, un vampiro, uno di quelli più misteriosi per giunta. Nessuno sa con certezza da quanto tempo sia in giro o se si chiami davvero Ruthven, ma una cosa è certa: è quello che viene definito un arcivampiro ed i suoi poteri sono diversi e più forti di quelli di un vampiro comune. Stasera è intervenuto a questo party esclusivo per due motivi: prendere contatto con qualcuno che potrebbe aiutarlo a trovare un altro arcivampiro, Deacon Frost, per conto di Lilith e soprattutto per cercare una preda per soddisfare la sua sete di sangue e forse ha trovato almeno la seconda.

            La ragazza bionda indossa un abito da sera che le lascia scoperte le spalle e buona parte della schiena e sta sorseggiando dello champagne quando ode una voce:

-È qui da sola, miss...?-

            Accanto a lei è comparso un uomo che ha già visto in precedenza. I suoi occhi incrociano quelli dell’uomo e la ragazza scopre di non poter distogliere lo sguardo da quegli occhi così magnetici

-No… sono col mio fidanzato… anche se ora non lo vedo.-

            L’uomo le rivolge un sorriso, poi s’inchina.

-Un vero peccato lasciare sola una donna bella come lei. Permetta che mi presenti: mi chiamo Ruthven, Lord Ruthven per la precisione, e lei…?-

-Clarice… Clarice Jarman.-

-La prego, Clarice, mi permette di chiamarla Clarice, vero? Venga con me in terrazza, potremo avere una conversazione più… discreta.-

-Va… bene.

            Senza nemmeno capire perché Clarice segue lo sconosciuto fino alla terrazza. Le sembra che le gambe siano diventate pesanti e si aggrappa al suo accompagnatore a cercare sostegno.

            Giunti in terrazza Ruthven l’aiuta gentilmente a sedersi per poi richiudere la porta finestra.

-Non… capisco… cosa mi succede.- mormora la ragazza.

-Stai tranquilla mia cara…- le dice con voce suadente Ruthven chinandosi su di lei -…presto capirai tutto, te lo assicuro, e tutte le tue preoccupazioni terrene svaniranno per sempre.-

-Cosa sta… dicendo?-

            Non c’è risposta se non il dolore al collo quando i canini del vampiro vi affondano. Clarice sa che dovrebbe urlare, ma non ci riesce. Il dolore svanisce subito sostituita da un’altra sensazione… una sensazione di piacere diversa da ogni altra e lei vi si abbandona. Mentre un velo nero le oscura la vista emette solo un gemito.

 

            Sento Murdoch Adams ansimare, lo vedo portarsi le mani al petto. Temo di sapere cosa stia succedendo, ma non so come impedirlo.

-Pensa a te, vampiro.- mi dice Ningal –Murdoch Adams subirà il fato che merita e lo stesso accadrà a te per mia mano.-

            Ok, lo ammetto: non ho affatto idea di come cavarmela. Forse Ningal non può uccidermi o forse sì ma di sicuro io non so come uccidere lui. Perché il Dottor Strange o almeno Daimon Hellstrom non sono mai nei paraggi quando ci sarebbe bisogno di loro?

 

            Lilith, figlia di Dracula contempla la scogliera dalle finestre dell’antica dimora dei Westenra a Whitby. Chi potrebbe mai immaginare che questa villa apparentemente abbandonata sia il cuore segreto del suo impero nascosto? Ora deve solo eliminare l’unico vero ostacolo sulla sua strada prima che diventi troppo potente.

            Entra in una delle stanze dove una ragazzina apparentemente di non più di 13 anni giace incatenata ad un letto.

-Mia cara Ariann, ho bisogno dei tuoi talenti.- le dice.

-Non ti aiuterò mai.- replica Ariann Wright –Hai ucciso il mio bisnonno ed i miei amici.-

-Ma ho lasciato in vita te, non sono forse stata generosa? Per ringraziarmi dovresti essere più gentile.-

-Crepa.-

-Mi è già capitato e come vedi è stato temporaneo. Ora non farmi arrabbiare. Se non vuoi aiutarmi spontaneamente, temo che dovrò convincerti. Guardami.-

-No.-

            Lilith le prende il mento e la costringe a guardarla negli occhi.

-Sento che cerchi di resistermi Ariann, la tua volontà è forte ma non ce la farai. Io ho bevuto il tuo sangue e ti ho fatto assaggiare il mio. Tra noi c’è un legame indissolubile che nemmeno la morte potrà spezzare. Tu sei mia ed ora… farai quello che ti dico.-

 

 

4.

 

 

            La ragazza dai capelli rossi esce dal luogo di lavoro e sta incamminandosi verso la metropolitana quando vede avvicinarsi due uomini. Il più anziano, vestito elegante e baffetti ben curati, le è familiare, deve averlo già incontrato, ma non ricorda dove, il biondo con i jeans, il maglione rosso ed il giubbotto di pelle le è sconosciuto. Cercano lei?

-Miss O’Hara? Miss Angel O’Hara?- a fare la domanda è stato quello più anziano che esibisce un tesserino delle Polizia.

-Si, sono io.- risponde la ragazza –Cosa…?-

-Sono l’Ispettore Capo Chelm di Scotland Yard. Forse si ricorda di me: abbiamo parlato brevemente dopo che lei ed altri eravate stati attirati da Dracula ad un party per dargli modo di sfuggire ad una nostra trappola.-[6]

-Sì… ora ricordo: ero un po’ confusa quella sera.-

-Capita quando si è stati ipnotizzati da un vampiro. Ma se permette, veniamo al motivo per cui siamo qui e lasci che le presenti Mr. Simon Stroud. Mr. Stroud è… un consulente della Polizia di New York.-

-Polizia di New York? Ma perché? Cosa volete da me?-

-Farle qualche domanda sull’omicidio di Martin Gold.- interviene Stroud.

-Martin è… morto? NO!-

            Angel O’Hara si porta le mani alla bocca a soffocare l’urlo che ne esce, poi le gambe le cedono e sviene. Cadrebbe a terra se Stroud non fosse rapido ad afferrarla

-Complimenti per la diplomazia Stroud.- commenta, acido, Chelm.

-Non immaginavo che… e ora che facciamo?-

-Che razza di domanda: cerchiamo di rianimarla. Quel pub laggiù farà al caso nostro. Venga.-

 

            Dracula urla tutto il suo furore e Frank Drake non esita a colpirlo di nuovo. Ora il volto del vampiro è solcato da due marchi a forma di croce parzialmente sovrapposti.

            Frank non indugia ed afferra Kate Fraser per un braccio.

-Vieni.- le dice –Andiamo via di qui.-

-Frank… sei tu?- balbetta Kate -Andare via? Dove? Perché?-

            Kate sembra confusa e perché non dovrebbe esserlo? Dopotutto si trovano tutti in un mondo assurdo. In qualche modo questo mondo è stato creato dal subconscio di Kate. È una specie di fantasia vittoriana che mescola un sacco di suggestioni, ma non può stare a pensarci adesso, ora devono scappare entrambi.

            Corrono mentre alle loro spalle si odono le urla di Dracula e riescono ad uscire dal castello. Ma per andare dove? Come si può sfuggire ad un incubo se è impossibile svegliarsi?

            Mentre riprende fiato, Frank si rende conto di essere vestito con un abito da gentiluomo dei primi dell’Ottocento. E perché no? È la cosa meno assurda di questo posto ed è ancora meno importante dello sfuggire a Dracula. A proposito: perché non li ha ancora inseguiti? Che gli abbia fatto più male di quel che credeva?

            Il suono di ululati tutto intorno a loro spegne le sue speranze.

 

            Sento il cuore scoppiarmi, premere contro la cassa toracica e vedo il ghigno soddisfatto di Lenore Wilkins mentre tende le mani pronta a riceverlo, poi il battito rallenta e così l’oppressione al petto.

-Non è possibile.- esclama Lenore.

         È invece è così. Nemmeno io capisco cosa è successo finché toccandomi istintivamente il petto, non sento l’amuleto che un tempo avevo usato contro Ningal e Marcia Trent. Ha annullato la magia di Ningal e se è così, posso approfittarne.

         Afferro la sconcertata Lenore e le premo l’amuleto sulla fronte. Lei urla come se fosse stata toccata da un ferro rovente e cade inanimata tra le mie braccia.

         Non avrei voluto farlo, ma non avevo scelta. Sapere che l’anima di Lenore era perduta da tempo non mi consola. Non sono stato capace di salvarla, come non ho salvato Marcia Trent.

         Volgo lo sguardo al vero responsabile di tutto, Ningal, ed improvvisamente so cosa fare.

 

 

5.

 

 

            La sola cosa che Blade sa per certo è che non ha la minima idea di come fermare un’orda di zombie. Mentre i tamburi salgono di intensità ode a malapena il suono del pesante portone di Villa Garth che cede sotto il peso degli zombie. Calypso sta vincendo.

            Un urlo femminile lo scuote. È stata Donna ad urlare mentre degli zombie stanno salendo dal terrazzo e le si avvicinano.

-Vedi, Blade?- gli si rivolge Calypso –La tua donna sarà la prima a cadere. Credo che ne farò uno zombie, se i miei servi ne lasceranno abbastanza. Non credi che sarebbe divertente se me la tenessi come mia serva?-

-Maledetta strega.- replica Blade rialzandosi per essere subito dopo afferrato dalle mani di alcuni zombie,

-Non puoi far niente contro di me ed i miei piccoli, Blade, solo morire. Un Dampyr può diventare uno zombie? Credo che lo scopriremo tra poco.-

            Improvvisamente una specie di furia investe gli zombie che trattenevano Donna Garth e Blade. Alla luce della luna la sua figura si rivela come quella di uno zombie, ma uno molto diverso da tutti gli altri presenti.

-Simon Garth!- esclama Blade.

-Papà?- esclamai Donna Garth.

-Maledetto.- urla Calypso –Tu devi obbedirmi, perché non mi obbedisci?-

-Povera Calypso.- la schernisce Blade –Garth è uno zombie diverso dagli altri: l’amore per sua figlia è più forte di qualunque condizionamento o magia. L’amore: un sentimento che non devi conoscere molto, mi sa.-

-Che importa?- ribatte la strega voodoo –Neanche lui è capace di battere tutti i miei zombie da solo. Morirete più tardi, forse, ma morirete comunque.-

            E Blade teme che abbia ragione,

 

            Angel O’Hara accetta senza battere ciglio il bicchiere di whisky che le porge l’Ispettore Capo Chelm e lo butta giù tutto d’un fiato.

-Ora sto meglio, grazie.- dice, rivolgendosi ai suoi due interlocutori, seduti assieme a lei ad un tavolo di un pub ancora semivuoto –Avete detto che Martin Gold è morto?-

-Ucciso in un modo che ricorda l’assalto di un vampiro.- risponde Simon Stroud.-

-E uno come lei crede ai vampiri, Mr… Stroud?-

-E lei no, Miss O’Hara?-

-Oh sì, ci credo… altroché se ci credo, purtroppo… ma questo lei e l’Ispettore lo sapevate già non è vero?-

-Del suo legame speciale con Lilith Dracula? Sì, sono stato informato. Ma torniamo a Martin Gold.-

-Martin… - nella voce di Angel c’è autentico dolore -… abbiamo vissuto insieme per un po’ di tempo. Ci siamo innamorati improvvisamente ed altrettanto improvvisamente è finita. Mi sono sempre chiesta quanto profondo fosse stato l’influsso di Lilith in questo. Forse non sono mai stata innamorata di Martin ma era lei a volere che lo fossi e… e…-

            All’improvviso Angel scoppia a piangere ed un imbarazzato Ispettore Chelm interviene.

-Coraggio Miss O’Hara.-

            Angel si asciuga le lacrime e poi il suo sguardo cade su un orologio ad una parete.

-Oh Mio Dio!- esclama –Devo correre a casa: la baby sitter sta per andarsene e mio figlio resterà solo.-

            Chelm sta per dire qualcosa, quando il suo cellulare squilla e lui risponde:

-Cosa? Quando? Va Bene, arrivo subito.

-Purtroppo devo scappare: un’emergenza. Miss O’Hara…-

-Io potrei accompagnare Miss O’Hara a casa ed intanto continuare l’interrogatorio, se le va bene, Ispettore.- si offre Stroud

-Credo di non avere scelta. Le va bene, Miss O’Hara?-

-Ma certo.- replica Angel -Sono disposta a rispondere a tutte le vostre domande e lei, Mr. Stroud, è un vero gentiluomo.-

            È solo un’impressione o la stava prendendo in giro? Si chiede Simon Stroud poi la guarda in qui profondi occhi verdi che ha e decide che è impossibile.

 

            Non so davvero come cavarmela: Ningal mi ha afferrato per il bavero.

-Ora, Hannibal King.- dice -Vedremo se posso assorbire anche l’anima di un vampiro.-

-Se non ti dispiace...- replico -Non ho tutta questa fretta di scoprirlo.-

-Osi scherzare di fronte alla morte?-

-Beh… perché no? In fondo non sarebbe la prima volta che muoio e…-

            Non riesco a terminare la frase: qualcosa o qualcuno piomba su Ningal sbilanciandolo e facendogli perdere la presa su di me,

-Murdock Adams.- grida Ningal –Sempre tu, sciocco mortale, cosa credi di fare?-

-Solo quello che devo.- replica Adams ed appoggia qualcosa contro il petto della statua vivente,

-Cosa stai…? NOO!-

            Se Ningal o Adams dicono qualcos’altro, si perde in un improvviso bagliore. Quando cessa, la statua di Ningal è a pezzi, Adams è scomparso e sul pavimento c’è un cerchio nero, come se fosse bruciato qualcosa. Posso solo immaginare che Adams abbia portato l’essenza di Ningal in qualche lontana dimensione dove resteranno intrappolati entrambi: la stessa cosa che fece anni fa. Ragazzo coraggioso. Dovrò cercare di aiutarlo, anche se ora non saprei come. Se non altro Ningal è stato fermato

            Mi guardo intorno e capisco che è meglio per me se sparisco da qui. Non credo che la Polizia di Boston sarebbe felice di trovarmi insieme a due cadaveri ed una preziosa statua in frantumi, senza contare il mio stato di vampiro. Meglio tornare nelle ombre che sono la mia casa da tanto tempo.

 

 

6.

 

 

            Entrare nella superprotetta villa dei Jarman non è stato difficile, non dopo che Clarice gli ha aperto personalmente la porta invitandolo ad entrare… non che avesse altra scelta dopo che Lord Ruthven ha affondato l suoi canini nel collo delicato della ragazza. Il vampiro ha bevuto il suo sangue ma non abbastanza da ucciderla: ha bisogno di lei adesso, non tra tre giorni.

            Il corpo della governante giace nel corridoio e quelli di Mark e Claudia  Jarman, i genitori di Clarice, sono riversi sul letto matrimoniale con gli occhi sbarrati e lo sguardo stravolto dal terrore. Sono praticamente morti dissanguati, ma non una sola goccia di sangue macchia la coperta e le lenzuola. Una minima traccia si trova sulle labbra dell’essere che si fa chiamare Ruthven e sul volto di Clarice Jarman stessa,

-Dunque, Clarice, hai finalmente assaggiato il dolce sapore del sangue caldo. Ti è piaciuto?- chiede, beffardo, Ruthven.

-Io… s…si.- risponde la ragazza con voce inebetita.

-Bene. Questo è solo il primo dei passi che ti accompagneranno nella tua trasformazione in non-morta, ma agli altri penseremo dopo. Ora mi serve il tuo aiuto e tu vuoi aiutarmi, vero?-

-Sì.- risponde la ragazza con lo stesso tono da sonnambula –Che devo fare?-

-Devi accedere ai file personali di tuo padre e cercare tutto quello che c’è su una certa persona: un vampiro di nome Deacon Frost.-

           

Ti apri la via tra gli altri zombie e ti dirigi verso Calypso. È solo un’illusione dettata dalla speranza o veramente Blade sta vedendo paura negli occhi della mambo? Non lo sai e non t’importa davvero, Simon Garth, perché tu non hai sentimenti ormai, non è forse vero? Ma se è così, perché le tue azioni sembrano dettate dall’ira?

-Fermati.- urla Calypso.

            Ignori le sue parole e l’afferri al collo. Sarebbe così facile spezzarlo per te e lei lo sa, ma non mostra paura.

-Avanti, fallo!- ti sfida e tu… tu lo fai.

 

            Il viaggio in Taxi sino all’appartamento di Angel O’Hara è abbastanza breve e Stroud ha modo di studiare la ragazza. Certo non ha l’aria dell’assassina e la sua reazione alla notizia della morte di Martin Gold era genuina, Simon ci scommetterebbe sopra.

            La osserva mentre congeda la baby sitter e poi si preoccupa del figlio.

-Teddy questo è il signor Stroud. Resterà a cena con noi perché deve parlare con la mamma.-

-Ma veramente…- si schermisce Stroud.

-Insisto.- è la ferma risposta di Angel ed a Simon non resta che accettare.

            Dopo cena Angel mette a letto il figlio e torna da Stroud nel salottino.

-Bene, Mr. Stroud, ora sono pronta a continuare il nostro discorso. Lei crede davvero che Martin sia stato ucciso da Lilith?-

-E lei no? E comunque non c’è stato solo lui. Le dicono niente i nomi di Chan Liuchow e Caspar Wright?-

-No, dovrebbero?-

-Erano amici di Gold ed ora sono tutti morti. Lei era a New York quando Martin è stato ucciso, l’ha incontrato?-

-Io… io ora mi ricordo chi è lei, Simon Stroud. Quando lavoravo al Village Voice a New York raccoglievamo notizie strane, leggende urbane e cose così. Il suo nome è comparso in relazione alle voci su un licantropo a New York e ad un caso di epidemia di vampirismo a Boston.-.

-Complimenti per la memoria.-

-Non c’entrava quello scienziato di origine greca, Michael Morbius? Ma lui non era stata trasformato in vampiro da un esperimento andato male? Era capace anche lui di trasformare le sue vittime in vampiri? Credevo non potesse farlo.-

-La situazione era... complicata e non è il momento di parlarne. Mi sono accorto che non ha ancora risposto alla mia domanda su Martin Gold.-

-Ha ragione… non l’ho fatto.-

            La voce di Angel O’Hara è improvvisamente cambiata ed anche i suoi occhi… non sono più verdi ma rossi … e brillano.-

-Non provi ad alzarsi Mr. Stroud.- l’avverte Angel –Scoprirà di non poterlo fare.

            Ed è proprio così: per quanti sforzi faccia, Simon scopre di non potersi muovere, trattenuto da una forza a cui non può resistere.

-La mia padrona vuol parlarle, Mr. Stroud e lei ascolterà.-

            Da una finestra sembra entrare una nebbiolina sottile che si condensa nella forma di una donna vestita da una calzamaglia scura con una scollatura che arriva sino all’inguine ed i cui capelli corvini sono fermati da una tiara color dell’oro.

-La figlia di Dracula.- mormora Stroud.

-Sì, io sono Lilith.- replica la vampira, e poi si rivolge ad Angel –Va a dormire, mia cara. Domani non ricorderai nulla di tutto questo se non che Mr. Stroud se n’è andato dopo cena.-

            Come un automa Angel va nella sua camera e Lilith torna a rivolgersi a Stroud:

-Ora io e te faremo una bella chiacchierata signor acchiappamostri.-

E Simon Stroud sente il morso della paura.

 

 

FINE TRENTOTTESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Non c’è molto da dire su quest’episodio, se non due brevi note sui due personaggi letterari che vi compaiono:

1)     Lord Ruthven è un personaggio creato dal medico inglese di origine italiana John Polidori ed apparso nel racconto “Il vampiro”, pubblicato per la prima volta nel 1816 ed in origine attribuito erroneamente a lord Byron, su cui, peraltro, era modellato. Per lungo tempo Ruthven incarnò il prototipo del vampiro gentiluomo prima di essere soppiantato da Dracula.

2)     Carmilla, alias Millarca, alias Mircalla, della famiglia dei Conti Von Karnstein, fu creata dallo scrittore Joseph Sheridan Le Fanu nel racconto omonimo del 1872 e successivamente inserita nell’antologia “In a glass darkly”. È sostanzialmente il prototipo della vampira seducente. Nella sua storia c’era un sottofondo lesbico reso evidente ed esplicito in diversi adattamenti cinematografici.

Nel prossimo episodio: i sogni possono uccidere? Frank Drake sta per scoprirlo. Simon Stroud sta invece per scoprire cosa vuol dire sfidare Lilith e tre vampiri si preparano a far guerra ad un quarto.

            Tutto questo e di più. Non mancate.

 

 

Carlo



[1] Come raccontato in Doctor Strange Vol. 2° #36 (In Italia su Silver Surfer, Play Press, #20).

[2] Un resoconto piuttosto di parte di eventi narrati in Doctor Strange Vol. 2° #38 (In Italia su Silver Surfer, Play Press, #21).

[3] Fatti avvenuti in Giant Size Chillers #1(In Italia su Dracula, Corno, #11).

[4] In Tomb of Dracula Magazine #5 inedito in Italia,

[5] Sacerdotessa voodoo.

[6] Dietro le quinte degli episodi #21 e 22 di questa serie